Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  mercoledì 27 febbraio 2008
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Verso il regime (70)

di Mario Boneschi, Leopoldo Piccardi, Ernesto Rossi

Disciplina religiosa e conformismo politico

Ada Alessandrini

 

Infatti, da un lato i liberali e dall’altra i cattolici, aspettano la reciproca conversione, per stabilire la convivenza democratica sul terreno politico e culturale. E allora spostano il problema: non lo risolvono. Viceversa, nei rapporti col mondo socialista (forse per la tattica marxista, ma forse più probabilmente proprio perché la “povera gente” ha nutrito le schiere socialiste di una realtà umana più concreta e più semplice) il problema si è impostato in tutt’altra maniera: la collaborazione dei cattolici nello schieramento socialista, fin dal tempo della Resistenza, è stata data a condizione che la lotta non si spostasse sul terreno ideologico. La questione, impostata bene teoricamente, va avanti nella pratica più o meno bene, con le inevitabili contraddizioni che una convivenza di questo genere implica in sé; ma va avanti: meglio nel campo politico che in quello culturale. Mentre non va avanti, né la collaborazione politica, né quella culturale (magari anche soltanto dialettica) tra il movimento antifascista liberale e il movimento cattolico non conformista. E’ questo il problema da risolvere; ma non è di facile soluzione.

 

Penso che, a questo punto, io debba dimostrarvi perché, malgrado tutto, io sono ottimista. Ritengo sia già un fatto positivo poter riconoscere che i cattolici non conformisti in Italia sono molto numerosi: questo riconoscimento è importante per la causa della libertà.

 

Si riscontra inoltre nel Parlamento italiano una situazione paradossale, che è una denuncia concreta di quello che io chiamerei “un peccato contro lo Spirito”. Guardiamolo, il Parlamento italiano, dal punto di vista della sua topografia religiosa: larghe masse di poveri (cattolici nella stragrande maggioranza) hanno eletto deputati democristiani, che fanno la politica dei ricchi in nome del cristianesimo; altre masse di poveri (pure in buona parte cattolici), hanno eletto altri deputati, che fanno politica di sinistra in nome di principi che tendono a scristianizzare le moltitudini. Come si vede, un peccato contro lo Spirito crea situazioni paradossali; perché lo Spirito santo...è spiritoso! Basta guardare il Parlamento italiano!

 

Ma è proprio questo fatto scandaloso (oportet ut scandala eveniant), che diviene sempre più evidente e richiede sempre più esplicitamente di essere corretto, è proprio questo fatto a darci  una spinta verso l’ottimismo. Perché non è più possibile andare avanti così.

 

Certo la situazione contiene gravi incognite, ma offre nello stesso tempo notevoli possibilità di reazione. Ecco perché un convegno, come questo organizzato dagli “Amici del Mondo” (per mettere in guardia contro il pericolo di un nuovo regime), può avere una funzione benefica determinante: dopo aver chiarito, può aiutarci a reagire meglio.

 

Vi sono interessi e paure, che si oppongono all’incontro tra il movimento socialista e il movimento popolare cattolico. Non sono soltanto le forze reazionarie ad opporsi; sono anche le forse liberali antifasciste. A me sembra che queste resistenze siano pericolose e, sotto certi aspetti, quelle dei liberali antifascisti mi sembrano anche più ingiustificate. Potrebbe crearsi, da un momento all’altro, una situazione tale da cui potrebbe esplodere qualcosa di irrimediabile. Infatti, se questo grande incontro storico (che, a mio parere, è ormai maturo), si potrà effettuare pacificamente, con la collaborazione e il controllo dell’antifascismo liberale, esso potrà dare un contributo inestimabile al progresso delle libertà personali e collettive; ma se dovesse effettuarsi in termini di rivolta, la rivoluzione che ne scaturirebbe potrebbe essere terribile: almeno nella sua fase iniziale, che sarebbe sì, transitoria, ma per la nostra generazione ormai definitiva. Sostanzialmente sarebbe una rivoluzione antiliberale, anche se sollecitata da spinte libertarie.

 

Io credo che gli “Amici del Mondo”, nella fase che stiamo attraversando, abbiano una funzione determinante per aprire una libera tribuna al dibattito delle idee, il quale rimane ancora la cosa fondamentale per la difesa della democrazia. Un convegno, ritengo, dovrebbe essere ancora organizzato dagli “Amici del Mondo”: un convegno, il quale potrebbe, nella sua stessa impostazione, provocare una larga partecipazione di cattolici non conformisti; un convegno sulla “libertà di associazione” nel quale si possano porre in discussione, di fronte a tutti i cittadini italiani, le conseguenze catastrofiche che possono derivare (sia alla religione che allo Stato) dal partito unico obbligatorio dei cattolici. Ma io credo che una discussione del genere vada fatta in modo ampio: altrimenti non sarebbe efficiente. Poiché esiste anche un problema di gruppi cattolici; tuttavia non è giusto parlare solo di interessi di gruppi, in un paese come l’Italia, in cui sono tutti cattolici, ma tutti lo sono fino a un certo punto: perché non si sa con precisione, in Italia, che cosa voglia dire essere cattolici.

 

Però debbo dichiararvi che, quando avete aperto la tribuna di un vostro convegno al tema del rapporti tra Stato e Chiesa nel modo con cui avete impostato quel dibattito (con tutto il rispetto per le vostre esigenze particolari), debbo sinceramente dichiarare che voi non avete aperto una tribuna per i cattolici, neanche per i cattolici non conformisti. Ritengo perciò sia nostro dovere dire a voi, da questa tribuna, che, se dal movimento antifascista liberale continuasse a venir trascurato questo problema fondamentale nella sua vera realtà (cioé il problema della libera partecipazione dei cattolici alla libera partecipazione dei cattolici alla lotta per la democrazia in Italia, voi finireste col pestar acqua nel mortaio.

 

E mi scuso di aver detto, con estrema sincerità, cose forse non molto gradite a tutti i presenti.

 

70) Segue.        Â